Casa dei BASILICI - Editoriale Casa dei BASILICI - Editoriale

Editoriale

EDITORIALE (2021)

Provo qui a dare un quadro aggiornato delle varie ricerche storico-genealogiche sulle famiglie Basilici che sono il vero fondamento di questo sito.

   Origine e Migrazioni
A tutt’oggi non posso dire con certezza che i Basilici provengano da un determinato luogo o da una certa area geografica. C’è solo un’ipotesi generale, suffragata da più di un dato, che vado ad esporre.

I Basilici provengono dalla Grecia e da Costantinopoli.

In origine erano “clan” familiari bizantini che sono migrati in Occidente ben prima dell’anno mille approdando a Ravenna insieme ad altre famiglie macedoni.
A quell’epoca i “cognomi” come oggi noi li conosciamo non esistevano, c’erano solo i nomi e un nome ricorrente all’interno di questi “clan” familiari era Basilio, che è da ritenersi una sorta di “memoria latente”, qua e là riaffiorante in luoghi ed epoche diverse; un nome quindi, un segno distintivo imposto nudo e crudo nella forma Basilius in onore di San Basilio Magno, ma già fin dall’età romana presente nella forma Basiliscus.

Ravenna è stata prima la capitale dell’Impero Romano d’Occidente (402 – 476), poi del Regno degli Ostrogoti (493 – 553) e infine dell’Esarcato bizantino (568 – 751).
Basilio tra questa gente era davvero un nome ricorrente ed importante.
San Basilio Magno (329 – 379) è considerato una delle colonne della Chiesa Orientale, ma venerato anche in quella occidentale, il cui influsso è vivo ancora oggi. Confessore e Dottore della Chiesa, ha scritto 1700 anni fa la regola che ancora oggi ispira la vita dei Monaci Basiliani.
Basileios, cioè “re”, è il titolo che veniva usato per gli imperatori bizantini.
Basilio Primo, detto il Macedone (811 circa – 9 agosto 886) (in greco: Βασίλειος Α΄ο Μακεδών) fu il primo imperatore bizantino della dinastia armeno-macedone sul trono di Bisanzio, “Basileus” dei Romei dal 867 sino alla sua morte.

Da Ravenna, fin dall’anno 570 d.C., partiva quello che gli storici chiamano il “Corridoio Bizantino”, direttrice di traffico che, attraversando le regioni Marche, Umbria e Lazio, permetteva il collegamento e le comunicazioni tra Ravenna, sede del governo bizantino in Italia, e Roma, sede del potere spirituale e del papa.
Il Corridoio Bizantino, partendo da Roma, seguiva dapprima il corso della Via Cassia, poi, in territorio veiente, all’altezza della Mansio ad Vacanas si distaccava da questa e passava per i centri di Nepi, Falerii Novii, Amelia e poi su su fino a Todi e Perugia. Superata Perugia, raggiungeva Gubbio, oltrepassava il Passo della Scheggia ed a Luceoli (nei pressi dell’odierna Cantiano) si congiungeva con la via Flaminia. Dal caposaldo di Luceoli la via Flaminia era in mano ai Bizantini e il percorso conduceva, attraverso le gole del Burano e del Furlo, negli altri luoghi della Pentapoli: Cagli, Fossombrone, fino a Fano. Pervenuti a Fano, nella Pentapoli marittima, dalla vicina Pesaro, si raggiungeva Rimini. Qui terminava la via Flaminia ed iniziava la via Popilia che, costeggiando il litorale, conduceva finalmente a Ravenna.
Il corridoio viario così costituito metteva quindi in diretto collegamento i possedimenti bizantini tirrenici con quelli adriatici nell’ambito dell’Esarcato d’Italia, passando tra i territori del Ducato di Tuscia ad Ovest e del Ducato di Spoleto ad Est, entrambi Longobardi.

In epoca medievale i Basili e i Basilici, le famiglie cioè che conservavano la memoria latente della quale ho parlato sopra, si propagano da Ravenna verso sud percorrendo il Corridoio Bizantino, dove Urbino, Urbania e tutto il Pesarese diventano luogo di residenza e di nuova distribuzione.
Qui il cognome diventa indifferentemente Basili, Basilli, Basilio, Basilico, Basilici, Basilisci, Basilisco, Basilischi. Le notizie documentate più antiche risalgono per ora al 1300-1400 circa.
Ad Urbino e nei suoi dintorni furono edificate diverse chiese dedicate a San Vitale, San Severo, ma soprattutto a Sant’Apollinare, che dipendevano dalle abbazie classensi di Ravenna. Presenze bizantine sono certificate ad Urbino anche e soprattutto dalla presenza della chiesa di San Sergio. Questa è stata il centro della prima comunità cristiana e la prima chiesa Cattedrale di Urbino. Sorse nel suburbio della città e fu dedicata a San Sergio Martire, patrono delle milizie bizantine di Giustiniano, che ebbero stanza in Urbino per combattere Goti e Longobardi.
La presenza del cognome Basili nelle Marche è tipica ancor oggi in tutto l’Urbinate e il Pesarese, e fa il paio con l’altro importante ceppo, recante lo stesso cognome, diffuso nel Fermano.

Il Corridoio Bizantino proseguiva dopo Urbino arrivando a Gubbio e a Perugia. È da queste parti che troviamo altri centri di smistamento di questa gente. I “cognomi” usati sono Basili, Basilli, Basilio, Basilico, Basilici. Siamo in Umbria e in Umbria nasce verso il ‘500 una stirpe di Basili che si ramificherà molto nel territorio di Perugia e del Ternano. Lì sono ancora tutt’oggi presenti.

Attraverso il Corridoio Bizantino le famiglie Basili/Basilici dirette a Roma avevano attraversato la Sabina. Qualcuna vi si era stanziata. Lungo il tracciato, in Sabina, troviamo il piccolo centro di Orvinio, anticamente chiamato Canemorto. Da qui, fin dal 1400, si è generata una stirpe Basilici che si è poi diffusa in diversi altri centri vicini e che in senso temporale arriva fino a noi.

Per i motivi sopra spiegati la più alta concentrazione del cognome Basilici è collocata in quella ristretta fascia di territorio che va da Urbino a Roma. Pochi Basilici si trovano al di fuori di questo territorio storico, ma sappiamo che vi si sono trasferiti in epoca recente.
Abbiamo anche cognomi simili al di fuori della fascia storica. In Toscana, nell’area tra Firenze e Lucca troviamo i Bassilici. Sempre in Toscana, tra Firenze e Pistoia troviamo i Bassilichi. Queste due forme si possono ritenere a buon titolo corruzioni del cognome Basilici.
A Lucca, all’inizio dell’Ottocento, ho trovato documenti di una famiglia Basilici lì presente. A Siena fin dal ‘500 sono presenti famiglie Basili.

Sempre in epoca medievale, da Ravenna i Basili/Basilici si erano spinti anche a nord fino a Venezia e in una vasta area del Veneto, dove il cognome era diventato Baseggio, documentato fin dal 1261, ma anche (De)Baseggio, Basegio, Basseggio, Beseggio, Bazeggio, Basegi, Basejo, Baseio, Basei, Basegli, Baseo, Basilio, Basile, Basileo, Basilejo, Basello, Wasileo, Mastalizia e Mastalitia, e da qui ancora più avanti fino a Trieste e a Capodistria, a Rovigno, e giù giù fino a Ragusa (l’odierna Dubrovnik).

Ancora in età medievale, da Ravenna un’altra colonia di queste famiglie si è spostata in area lombarda, dove abbiamo un discreto ceppo Basilico/Basilisco, oggi diffuso nell’area nord-milanese, ma documentato fin dalla prima metà del ‘500 nella zona di Pavia e del Lodigiano, fin nel Novarese.

Ricapitolando: i cognomi Basili e Basilici si formano da quello che per secoli era stato solo un nome, niente di più, all’interno dei “clan” delle famiglie bizantine; nel caso di Urbino almeno, abbiamo la certezza semplice e lampante di un cognome che è nient’altro che un patronimico. Da un Basilio provengono i Basili.
Il cognome Basili è diffuso in tutta l’Italia centrale, in un’area ben più estesa di quella tipica dei Basilici. I ceppi principali di questo cognome sono nel Pesarese, nel Fermano e in Umbria. Basili provenienti dal Fermano sono i primi Basilici di Monte Porzio. Basili è il mio cognome all’origine, Basili sono i musicisti e i pittori umbri.

Ma come fanno poi i Basili a trasformarsi in Basilici? E poi perché un nome così particolare: Basilio, emerge in una data famiglia, per esempio ad Urbino, e proprio in quel periodo?
Piano, piano! Mi rispondo e rispondo ai miei curiosi lettori che questo nome ricorrente, che poi diventava identificativo di una linea di continuità genealogica, doveva sicuramente essere già stato usato tante altre volte in precedenza, ma che per anni e per diverse generazioni poteva anche rimanere sotterraneo, dormiente, come in una specie di letargo, pronto a riemergere in generazioni successive, in precise localizzazioni o di fronte a precise situazioni.
Ed aggiungo che il cognome Basili, o Basilio, o Baseggio, o Basilio, o Basilico, solo in speciali condizioni storiche, tende a divenire Basilici, ad assumere cioè la desinenza finale che lo rende più simile a quel famoso “Basileus” bizantino di cui si diceva. Mi pare di capire anche che la trasformazione alchemica da Basili a Basilici sia da considerare una sorta di “maggiorazione”, concessa a sé stessi e alla propria casata, o attribuita da altri a costoro per vezzo od omaggio; proprio come se Basilici valesse più di Basili.
Qualcosa poi ci deve pur essere se i mestieri familiari in origine più praticati da tali famiglie riaffiorano a chilometri di distanza e in epoche successive senza un’apparente diretta relazione. Mi riferisco al mestiere di barbiere-cerusico o speziale, al mestiere di fabbro ferraio, al produttore e poi commerciante di olio, alla professione di notaio ecc., tutte attività che ho incontrato più volte ricercando sui Basilici e delle quali ho parlato nelle mie “Storie di Famiglia”.

   Dinastie – Alberi genealogici
Gli alberi genealogici Basilici fin qui individuati sono diciotto. Per meglio dire, ho individuato 18 nuclei dinastici, ciascuno dei quali può riferirsi ad una precisa area geografica. Queste aree, alcune delle quali sono grandi come una città, sono tutte concentrate in quella ristretta fascia geografica di cui parlavo sopra, che attraversa l’Italia centrale da Urbino a Roma e che ricalca l’antico Corridoio Bizantino.
Li ho chiamati:

I Basilici di Orvinio
I Basilici dell’Alta Sabina
I Basilici di Poggio Moiano
I Basilici di Roma
I Basilici del Cicolano e della Bassa Sabina
I Basilici di Monte Porzio Catone
I Basilici di Monterotondo
I Basilici di Visso
I Basilici di Lucca
I Basilici di Guardea
I Basilici di Lugnano in Teverina
I Basilici di Terni
I Basilici di Melézzole
I Basilici di Montefano
I Basilici di Fabriano
I Basilici di Falerone, Mogliano, Montesanto
I Basilici-Menini
I Basilici–Capitani

  • Urbino, Urbania e in genere il Montefeltro deve aver rivestito un ruolo fondamentale per la propulsione originaria del cognome. Qui trovo le più antiche (e anche alte direi) documentazioni della presenza dei Basili/Basilici. Da qui provengono i Basilici di Visso. Visso ha avuto un ruolo strategico nel 1400/1500, non tanto per la propagazione del cognome, ma come luogo di residenza di un ceppo importante e attivo, socialmente influente.

  • Orvinio (l’antica Canemorto), piccolo centro della Sabina, è sicuramente stato il centro, o uno dei centri, di diffusione. Molti altri ceppi si riconducono a questo.
    I Ceppi dell’Alta Sabina e di Poggio Moiano sono da considerarsi filiazioni dirette del ceppo di Orvinio per la prossimità geografica e per i continui scambi socio-commerciali tra i vari centri.
    Il Ceppo di Roma ha continuità storica con esso, come dicevo.
    Il Ceppo di Monterotondo è da considerarsi unito con questo a motivo delle vaste proprietà Basilici qui presenti e per la presenza attiva documentata di diversi personaggi Basilici provenienti da Canemorto.
    Stesso discorso per il ceppo del Cicolano e della Bassa Sabina. Qui il luogo di redistribuzione ha nome Rigatti, un piccolissimo centro oggi prossimo alle sponde del lago del Salto.
    Contatti diretti si trovano anche per il ceppo di Monteporzio, dove la presenza dei Basilici di Orvinio è documentata. I luoghi sin qui menzionati sono peraltro uniti dal fatto di essere tutti possedimenti e feudi della famiglia Borghese. Da recenti acquisizioni risulta che il primo Basilici arrivato a Monteporzio e proveniente dal fermano altri non era se non un Basili, uno dei tanti Basili di Fermo che poi a Monteporzio ha cambiato cognome

  • I Basilici di Guardea, potrebbero davvero derivare originariamente dai Basili dell’Umbria. Nella provincia ternana infatti c’è ancor oggi la più grande concentrazione di Basili d’Italia. Dall’Umbria provengono i Basili musicisti, e i Basili pittori, da qui provengono quei Basili che furono in lotta con i Basilici a Melézzole.
    Dai Basilici di Guardea provengono certamente, per via della stretta contiguità geografica, i Basilici di Lugnano e di Melézzole.
    I Basilici di Terni sono in continuità genealogica con questi ultimi.

  • I Basilici-Menini sono provenienti da Montefano, nelle Marche, sempre all’interno dello Stato pontificio, originati guarda caso all’inizio del ‘500 da una famiglia proveniente da Urbino.
    I Basilici di Fabriano sono un ceppo spurio generato dai Basilici-Menini

  • Il ceppo Basilici-Capitani, il mio, ha origine tutta particolare, per questo motivo è stato a suo tempo il più difficile da esplorare.
    Inizia come Basili, si afferma a Falerone fin dal 1505, si trasferisce poi a Mogliano e a Montesanto, antico nome di Potenza Picena acquisendo il cognome Basilici. Da qui un esponente si trasferisce a Montolmo, antico nome di Corridonia e lì cede il proprio cognome ad un ramo dei Basili-Capità, proveniente da Fermo. Questa in estrema sintesi la storia che ho esposto nello scritto “Lo strano caso del mio cognome”.

Gli alberi che pubblico sono tutti documentati e “consequenziali”. Non ci sono citazioni di nomi sparsi in varie epoche e territori diversi messi lì solo per far sensazione. Quel che faccio non ha nulla a che vedere con l’araldica o cose del genere. Certo, non posso avere la certezza che il tutto sia privo di errori, ma attraverso ricerche continue e continue nuove acquisizioni, in genere riesco a correggere e migliorare le affermazioni che faccio.

I vari alberi genealogici risultano al momento tra loro disgiunti, esclusi quello di Orvinio e quello di Roma, che si agganciano perfettamente l’un l’altro proseguendo il primo nel secondo, quello di Montefano che diventa poi dei Basilici-Menini ed infine quello di Falerone, Mogliano, Montesanto che si intreccia in maniera rocambolesca con quello dei Basilici-Capitani.

Continuo a cercare sperando che, magari con la fattiva collaborazione di qualcuno, si possano trovare in futuro altri contatti tra un ceppo e l’altro.

   I 18 alberi in dettaglio

       

1 I Basilici di Orvino……

L’albero è composto da 18 generazioni. Il capostipite è un certo Benedetto Basilico, nato addirittura più o meno nel 1390 ad Urbino. La genealogia che da lui si sviluppa cerca di indagare i rapporti di parentela tra i Basilischi di Casteldurante-Urbania e i primi Basilici di Orvinio. Certo, per date così antiche la raccolta di informazioni si fa ardua e dico candidamente che quella che propongo è solo un’ipotesi, tutta da verificare in futuro.
Ad ogni modo la ricerca fin qui condotta ha dato origine ad un racconto straordinariamente complesso ed articolato, attraente come un racconto giallo. La storia compare con il titolo “Tutto quel che so sui Basilici di Orvinio” nella sezione STORIE DI FAMIGLIA. La discendenza vera e propria dei Basilici, che termina con il vescovo Anselmo Basilici, è l’antefatto diretto dell’albero di Roma.
Nell’albero compaiono anche molti personaggi della famiglia Marcangeli, che si può definire in buona sostanza erede dei Basilici a Canemorto-Orvinio. Questa genealogia si arricchisce adesso di nuovi nomi e diventa di un certo peso, in attesa di aggiungervi la parte dei Marcangeli spostatasi a Carsoli, ramo sul quale sto lavorando.

2 I Basilici dell’Alta Sabina……

Vado abbastanza spesso a Poggio Moiano ed ho conosciuto di persona parecchi Basilici dei tanti ivi residenti.
L’albero di Poggio Moiano è unitario, composto di 14 generazioni, a partire da un certo Hyeronimus Basilius, nato presumibilmente ad Orvinio verso il 1620.
Una parte notevole dell’albero è occupata dalla dinastia americana scaturente da Eugenio (*1.6.1882), emigrato all’inizio del secolo prima in Brasile e poi in USA.
Suo nipote Eugene Basilici, scrittore deceduto nel giugno 2010, ha dato alle stampe due libri incentrati sulla storia di suo nonno. Il primo, del 2001, si chiamava “Genio”, il secondo, del 2003, “Legacy of a Hero”.
Con Eugene ci siamo incontrati nell’estate 2009 a casa sua, in Florida.
C’è un altro interessante ceppo americano di Basilici emigrati negli USA sempre da Poggio Moiano, scaturente da Giuseppe (*15.12.1881) ed arrivato negli USA nel febbraio 1911. Risiedono nel New Jersey, ma con essi si rivela più difficile il contatto.  

3 I Basilici di Poggio Moiano e USA……

Vado abbastanza spesso a Poggio Moiano ed ho conosciuto di persona parecchi Basilici dei tanti ivi residenti.
L’albero di Poggio Moiano è unitario, composto di 14 generazioni, a partire da un certo Hyeronimus Basilius, nato presumibilmente ad Orvinio verso il 1620.
Una parte notevole dell’albero è occupata dalla dinastia americana scaturente da Eugenio (*1.6.1882), emigrato all’inizio del secolo prima in Brasile e poi in USA.
Suo nipote Eugene Basilici, scrittore deceduto nel giugno 2010, ha dato alle stampe due libri incentrati sulla storia di suo nonno. Il primo, del 2001, si chiamava “Genio”, il secondo, del 2003, “Legacy of a Hero”.
Con Eugene ci siamo incontrati nell’estate 2009 a casa sua, in Florida.
C’è un altro interessante ceppo americano di Basilici emigrati negli USA sempre da Poggio Moiano, scaturente da Giuseppe (*15.12.1881) ed arrivato negli USA nel febbraio 1911. Risiedono nel New Jersey, ma con essi si rivela più difficile il contatto.  

4 I Basilici di Roma……

Il ceppo che posso considerare romano-romano è composto di 9 generazioni che arrivano fino ai giorni nostri.
Esistono due nuclei familiari: il primo contrassegnato dall’alternanza dei nomi Gaetano e Anselmo, ed un secondo, formato da 4 generazioni e scaturente da Giuseppe *1852. A quest’ultimo appartengono il poeta Carlo e il pittore Roberto le cui biografie, straordinarie ed in continuo aggiornamento, compaiono nella sezione “PERSONAGGI”.
L’albero prende le mosse dal Vescovo Anselmo Basilici, vescovo della diocesi di Nepi-Sutri dal 1818 al 1840 (vedi nella sezione “PERSONAGGI”).
Il dipanarsi delle vicende familiari è l’oggetto della storia “Quel poco che so sul ceppo romano dei Basilici” nella sezione STORIE DI FAMIGLIA.
Si riallaccia a questo ceppo anche il racconto che ho chiamato “Una storica villa, anzi due, a Ponte Lucano” attraverso il quale le varie figure della storia sembrano acquistare uno spessore umano molto più forte. Le due storie si sono di molto precisate per l’edizione di quest’anno.

5 I Basilici del Cicolano e della bassa Sabina……

È costituito da un solo ceppo di 10 generazioni e prende le mosse da un tale Nicola. I discendenti dicono provenisse dalle Marche, ma ritengo invece che possa provenire dal ceppo di Orvinio. Questo Nicola alla fine del ‘700 si installa a Rigatti, un piccolissimo paesino in provincia di Rieti, prossimo oggi al lago del Salto. La sua discendenza arriva fino ai giorni nostri.

6 I Basilici di Monte Porzio Catone……

Siamo a 14 generazioni! Il capostipite risulta un non meglio precisato Basilio, nato presumibilmente nel 1605 nella zona del fermano (Marche). Attraverso il figlio di costui: Belardino (*circa 1630) si arriva a Giuseppe Basilij (*circa 1660) che da Fermo o dal Porto di Fermo, insieme alla moglie Maria Felice si sposta a Montegiorgio (FM). Sarà il secondogenito della coppia, Bernardino Basilij (*5.4.1689) a trasferirsi a Monte Porzio verso il 1715 e lì dare origine ad una lunga e nutrita dinastia.
Alcuni anziani del paese sostengono che i Basilici a Monte Porzio ci siano arrivati “con le pietre della S. Casa di Loreto”. Questa è una leggenda, ma la spiegazione vera potrebbe essere non così lontana da questa diceria. A Monteporzio la Confraternita del SS. Sacramento rappresenta la più antica associazione ed è tra quelle più longeve anche del territorio limitrofo, infatti le sue origini risalgono al 1580, prima della realizzazione dell’attuale Duomo, istituita dalla famiglia Borghese per curare le celebrazioni sacre e diffondere il culto per il SS. Sacramento. La Confraternita ha nello stendardo, rifatto e benedetto il 3 settembre scorso, guarda caso proprio l’immagine della Madonna di Loreto.          L’albero è estesissimo ed è stato redatto soprattutto grazie al fattivo apporto di Massimo Basilici di Roma, appartenente a questa linea.Vi compaiono molti personaggi interessanti, tra i quali “Padre Igino Basilici” (vedi nella sezione “PERSONAGGI”) e la coppia di gemelli Giulietta e Romeo (*7.6.1899), lei emigrata nel New Jersey (USA), lui rimasto a Roma dove ha avuto una discendenza che arriva sino ad oggi.  

7 I Basilici di Monterotondo……

Qui i Basilici li chiamano “Babbalò”.
Sono riuscito a ricomporre i due ceppi che fino a pochi anni fa erano separati. Adesso l’albero è molto esteso, di 11 generazioni, ed inizia da un certo Marcello Basilici, nato intorno al 1667. Non si riesce ancora a capire però a quale dei ceppi conosciuti riallacciare i primi Basilici arrivati a Monterotondo.
Di due cose l’archivista locale è convinto. Che i Basilici a Monterotondo ci stanno fin dal 1500 e poi che sono venuti dalle Marche. Per quanto mi riguarda sono invece propenso a ricondurre questa genealogia ai Basilici di Orvinio.
I Basilici che vivono oggi a Monterotondo sono, come al solito, piuttosto chiusi e diffidenti. Non sono riuscito a prendere contatto con nessuno di loro attraverso il telefono. Ho invece rapporti diretti con due persone simpatiche provenienti da questi ceppi: Maurizio Basilici, che abita a Roma e fa il restauratore di mobili, e poi Antonella, che vive a Monterotondo. Gli ultimi aggiustamenti all’albero sono stati fatti qualche anno fa dietro sollecitazione e con l’aiuto fattivo del sig. Massimo Silvestrini, discendente da quell’Alessandro Basilici (*3.9.1812), sepolto nel Duomo di Monterotondo e ivi celebrato con una bella lapide marmorea. A lui vanno i miei ringraziamenti, ma anche l’invito per ulteriori contributi.

8 I Basilici di Visso……

Si presenta come una sequenza abbastanza strana di sei generazioni. Strana perché è quella che parte dal capostipite più antico in assoluto: Benedetto (*1390), poi perché quasi tutte le date sono approssimative, poi ancora perché cessa bruscamente con GiovanBenedetto Basilici (*1507) morto a 21 anni.
Ser Bartolomeo Basilici (*1415 †1492) è stato un barbitonsore-cerusico a Visso. Nel suo testamento del 4 gennaio 1492 lascia il legato di far affrescare la cappella di Famiglia nella chiesa di S. Agostino a Visso. Suo nipote non riuscirà ad eseguire l’opera. Saranno il pronipote GiovanBenedetto e la madre di costui, Zafira, a compiere il legato. L’opera esiste ed è un capolavoro del pittore quattro-cinquecentesco Giovanni di Pietro, detto “Lo Spagna”, allievo di Raffaello, e reca ben scritto in evidenza nome e cognome del committente e degli esecutori materiali. Tutto il racconto, con il nome “I Basilici di Visso- una storia per poco” è contenuto all’interno della sezione STORIE DI FAMIGLIA.

9 I Basilici di Lucca……

È un alberello esile, di appena tre generazioni, ma lo coltivo da tanto tempo e ora mi pareva giunto il momento di mostrarlo. Lo faccio con orgoglio perché sono riuscito a trovare una famiglia Basilici fuori dalla zona tipica di diffusione del nostro cognome in Italia.
In toscana ci sono Bassilici e Bassilichi, e si capisce il perché: il basilico si dice in toscano bassilico! Ma trovare in Toscana una famiglia che si chiama Basilici paro paro mi incuriosiva non poco.Siamo a Lucca nel ‘700. Pietro Basilici è un militare al servizio della Duchessa di Lucca Maria Luisa di Borbone, Infanta di Spagna.
Alla generazione successiva troviamo i suoi figli: un musicista (Stefano) suonator di fagotto, un sarto di abiti maschili (Samuele) molto apprezzato in città, citato anche da Puccini, e Alessandro, che scappa in Belgio con la moglie dopo la caduta di Murat.
Dei due figli di Samuele uno (Rodolfo) continua l’attività paterna fino al 1939, l’altro (Adolfo) si impiega presso la Direzione generale delle Gabelle e nella Manifattura Tabacchi del neonato Stato italiano.
L’albero finisce qui. A Lucca oggi non ci sono più Basilici e mi domando dove siano finiti. Se qualcuno ne sa qualcosa si faccia vivo.

10 I Basilici di Guardea……

Siamo In Umbria, provincia di Terni. Il territorio comunale è diviso, e lo era anche in passato, tra le diocesi di Orvieto-Todi e Amelia. Ecco il motivo per cui si hanno due rami separati dell’albero. Quello di Poggio di Guardea è sotto la diocesi di Orvieto. Quello di Cocciano di Guardea è sotto la diocesi di Amelia.
L’albero di Cocciano di Guardea è arrivato a 14 generazioni, a partire da Domenico Basili (Basili e non Basilici), nato presumibilmente intorno al 1548 mentre quello di Poggio di Guardea è lievitato a 11 generazioni, a partire da un Francesco Basilici, nato a Romazzano presumibilmente intorno al 1700.
Vari spezzoncini attendono di essere inseriti.
Ho la sensazione di essere arrivato in questo caso al fondo della storia, al periodo in cui i cognomi si sono formati; alla genesi stessa del cognome Basilici. Compaiono Basili, Basilio e tutto è abbastanza offuscato.
Parecchia gente di questo albero vive a Roma. Parecchi altri sono in Brasile. Sono in contatto da tanti anni con il geologo Giorgio Basilici, simpaticissimo personaggio nato a Todi, che vive in Brasile dove è professore all’Università di Campinas.

11 I Basilici di Lugnano in Teverina……

Ho individuato molti piccoli ceppi tra loro disgiunti. Presento i quattro più grandi. Della scheggia spostatasi a Bologna ho conosciuto di persona e ho avuto contatti telefonici con parecchia gente. Tra i primi Marco Basilici e suo padre Leandro, persone molto disponibili. Di questo ceppo fa parte anche Marco Basilici, che ha un ristorante in via Toscana a Roma.

12 I Basilici di Terni……

È uscito fuori attraverso il contatto con Leondina Basilici di Toscolano, frazione di Avigliano Umbro, una cara vecchietta che dal 2005 non c’è più. L’albero per ora è composto solo da cinque generazioni e si configura come un possibile ramo secondario dell’albero di Lugnano o di Guardea. L’ho chiamato di Terni perché oggi gli ultimi Basilici vivono lì.

13 I Basilici di Melézzole……

È un albero di otto generazioni che sembra prossimo al compimento.
Anche da qui i Basilici partono con il cognome Basili.
Ho molti legami generazionali ma ci sono poche date.
Sono stato più volte a Melézzole, ospite di Tito Dante Basilici e della sua famiglia, l’unica Basilici oggi residente. Attraverso le sue personali ricerche genealogiche sono potuto risalire fino ad un Paolo Basilici, nato presumibilmente verso il 1760.

14 I Basilici di Montefano……

Prendetelo così com’è. Si configura come l’antenato di quello dei Basilici Menini. È composto di 9 generazioni a partire da un tal Benedetto Basilico nato verso il 1430, con molta probabilità nell’Urbinate. Mi è servito per ricostruire la storia delle prime famiglie Basilici nelle Marche, che potete trovare alla sezione STORIE DI FAMIGLIA con il titolo “Cum sit”. 

15 I Basilici – Menini……

Mi sembrava già completo e interessante ma adesso, con l’aggiunta di tutta la parte iniziale di Montefano, è diventato enorme. Sono 15 generazioni, per un arco di tempo di circa sei secoli. Per poter seguire tutta la storia bisogna iniziare dal racconto “Cum sit …” e poi proseguire in quello vero e proprio dei Basilici Menini.
A questo albero si unisce la genealogia della famiglia Stegher, proveniente da Bressanone e sviluppatasi a Loreto. La storia interessantissima di questa famiglia compare nella sezione “STORIE DI FAMIGLIA”.
Mi continuo a vedere di frequente con Paolo Basilici-Menini di Cerbaia e tutta la sua famiglia, discendenti diretti dei personaggi dei racconti. Direi che più che amici stiamo diventando quasi quasi parenti

16 I Basilici di Fabriano……

È una storia breve, di appena quattro generazioni, che scaturisce da un tal Giovanni Basilici, bambino esposto, nato nel 1902. Breve storia ma molto interessante. Mi appassionai subito ascoltando i primi vaghi ricordi della famiglia e, dopo più di un anno di ricerche, nel 1995 trascrissi i dati raccolti in forma di racconto romanzato. Nacque così il mio primo racconto a carattere genealogico.
La storia è nella sezione “STORIE DI FAMIGLIA”. In questo ceppo ho contatti soprattutto con Emanuela, che possiede un’Agenzia Ecclesiastica a Fabriano in centro. 

17 I Basilici di Falerone, Mogliano, Montesanto……

Il primo personaggio nasce intorno al 1505 a Falerone (FM), si prosegue attraverso Mogliano e Montesanto, antico nome dell’odierna Potenza Picena, per poi terminare a Montolmo, oggi Corridonia. È costituito da 10 generazioni.
Il personaggio chiave è Valentino Basilici che si sposa a Montolmo e dal quale origina la mia famiglia. La storia è complicatissima, legata alla campagna e in qualche modo alla coltura dell’ulivo, ricca di colpi di scena e impossibile a sintetizzarsi. Bisogna andarla a leggere nel racconto “Lo strano caso del mio cognome” nella sezione STORIE DI FAMIGLIA.

18 I Basilici – Capitani (il mio)……

Le vicende hanno come baricentro geografico la cittadina di Corridonia, dove sono nato. Corridonia, che una volta si chiamava Pausula e prima ancora Montolmo, è situata nelle Marche, in provincia di Macerata, ed ha oggi una popolazione di circa 15.000 abitanti.  A Montolmo il ceppo Basilici di Valentino si estingue ma il cognome “risorge” attraverso Giovanni Agostino Basili Capitani, sarto, proveniente da Fermo. È da costui che scaturisce una numerosissima discendenza della quale anch’io faccio parte.
L’albero è esteso per 8 generazioni, ma se a queste si uniscono anche quelle del ceppo di Falerone, Mogliano, Montesanto, arriviamo alla rispettabile sfilza di 18 generazioni. 18 diviso 4 generazioni di media a secolo, fanno quattro secoli e mezzo di storia indagata e documentata. 

Ecco, questo è lo stato dell’arte.


          Sia chiaro che nelle ricerche genealogiche nulla è dato per scontato e tutto è in divenire. Gli alberi quindi sono in perpetuo aggiornamento, in vista di un ipotetico quanto impossibile completamento.


Paolo Basilici  Recanati, giugno 2021